Corsa degli scalzi a San Salvatore di Sinis – Cabras

La Corsa degli Scalzi di Cabras è una delle manifestazioni più suggestive della Sardegna, che si svolge ogni anno il primo fine settimana di settembre.

Questo rito ancestrale vede centinaia di uomini, rigorosamente a piedi nudi, correre per circa 7 chilometri, portando la statua di San Salvatore da Cabras sino al villaggio omonimo, per poi riportalo indietro il giorno successivo.

La corsa, oltre a rappresentare un momento di profonda fede religiosa, rievoca un’antica tradizione storica legata alla difesa del territorio e alla devozione popolare verso il santo patrono.

San Salvatore di Sinis

San Salvatore di Sinis, una frazione del comune di Cabras, è stata una delle tappe che ho scelto durante il mio giro in Van.
Ne avevo sentito parlare perché è conosciuto come “il villaggio western” in Sardegna. Il paese infatti è stato set di diversi film del genere western.
Ed effettivamente quando si arriva davanti alle sue casette la sensazione è proprio quella di ritrovarsi dentro ad un vecchio film!

San Salvatore di Sinis, vista dall'alto, ripresa fatta con il drone sulla casette e sulla piazza centrale
San Salvatore di Sinis

Ma è veramente un paesino abbandonato?

Beh non proprio!
Durante l’anno il paese non è abitato ma tutte le casette hanno dei proprietari che tornano qui una volta l’anno, a settembre, appunto per la festa di San Salvatore.

Nove giorni prima della festa (la novena), i proprietari tornano a vivere in queste case sino al giorno dei festeggiamenti.
Proprio in questo giorno avviene la corsa degli scalzi.

La corsa degli scalzi

La processione prende il nome proprio dal fatto che i partecipanti corrono a piedi nudi. Uomini di tutte le età, vestiti con un saio bianco legato in vita da un cordone, trasportano la statua del santo dal comune di Cabras fino alla chiesa di San Salvatore di Sinis, percorrendo circa sette o otto chilometri su asfalto caldo e sabbia.

Quest’anno (2024) ho avuto la fortuna di realizzare un documentario su questa festa, collaborando con altri fotografi e guidati dal documentarista Dario Coletti.
Siamo arrivati a Cabras il giorno prima della corsa e abbiamo partecipato alla messa nella chiesa di Santa Maria Assunta di Cabras, dove viene estratto il nome del primo corridore che porterà il santo.

La corsa si divide in due gruppi: sette squadre corrono all’andata da Cabras a San Salvatore, mentre altre sette si occupano del ritorno, riportando la statua al paese. Ogni arrivo è un momento di grande emozione: la corsa è molto sentita e ogni partecipante ha un motivo personale che lo spinge a completare l’impresa, tra lacrime, abbracci e sguardi stanchi ma fieri.

L’ultimo giorno della festa è riservato alle Scalze, le donne che, sempre a piedi nudi e vestite con il tradizionale costume sardo, percorrono sette chilometri da San Salvatore fino a Cabras per riportare una piccola statua del santo.

Ho camminato con loro per tutto il percorso, scattando foto e accompagnandole tra momenti di silenzio e canti religiosi. È stata un’esperienza unica, una tradizione profondamente radicata e vissuta con grande partecipazione.

Una tradizione molto sentita e sicuramente emozionante da vedere in prima persona. Vi lascio qui un piccolo video pubblicato da Viaggio in Sardegna su YouTube.

Cosa vedere vicino Cabras

Poco distante dal paese di San Salvatore si trova la zona di Capo San Marco. Una sosta qui è assolutamente d’obbligo, sopratutto al tramonto!
Il paesaggio è veramente pazzesco, dalla Torre Vecchia si ha una vista a 360 gradi veramente unica e a piedi si può arrivare sino al faro.
Sempre qui si può visitare l’area archeologica di Tharros oppure fermarsi a vedere semplicemente il tramonto a fine giornata!
Di tutta la strada percorsa da Nord a Sud in questa costa della Sardegna, questo è stato uno dei paesaggi che mi è rimasto più nel cuore.

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